Toccante, sincero, profondo. E soprattutto attuale. Così si può definire la riflessione/appello di Mauro Laus nella Giornata della Memoria, che lo scorso 27 gennaio a molti è sembrata una celebrazione più necessaria che mai.
Una lucida constatazione, la presa di coscienza, amara, di un oblio sull’orlo di inghiottire la Memoria. Memoria con la M maiuscola, per il rispetto che si dovrebbe portare alle vittime dell’Olocausto, ma anche a noi stessi, e ai nostri figli, perché se dimentichiamo loro, scivoliamo in un baratro pericoloso nel quale tiranni e abusi possono riscrivere pagine atroci di storia.
A volte gli orrori ritornano
Passano i giorni ma la riflessione del presidente del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato diritti umani, Mauro Laus, viene resa ogni giorno più attuale dagli eventi.
Il tiranno c’è stato, e nulla oggi pare garantirci che non tornerà. Perché i tiranni esistono, e solo l’efficace baluardo di un’intera società decisa a combatterli può fermarli. Questo quello che ha dichiarato Mauro Laus,
riferendosi a chi di dovere. Comuni cittadini e istituzioni, gli uni e gli altri adagiati in una pericolosa illusione di sicurezza.
Tutti dobbiamo vigilare
Pochi oggi ci pensano, ma il nazismo ha avuto un battesimo democratico.
Un mostro abbigliato in una veste intessuta di orgoglio nazionalistico, di entusiasmo per creare un domani migliore e di fiducia nel potere della volontà. Ma presto la veste è caduta, e il domani migliore è diventato una realtà intrisa di sangue e del più bieco razzismo.
Dapprima a passi più piccoli, la Notte dei Cristalli, la Notte dei Lunghi Coltelli, poi nella corsa sfrenata verso la guerra e l’Olocausto.
E oggi? E domani? Siamo ancora in grado di ricordare e di riconoscere i sintomi che annunciano il tiranno? Di capire che il mostro getta la maschera solo quando sa che nessuno può più fermarlo?
Un appello, questa volta a Lei, che occupa con vera coscienza il ruolo di presidente del Comitato diritti umani: signor Mauro Laus, ce lo ricordi tutti i giorni che non dobbiamo dimenticare. Perché ce n’è così bisogno. Prima che sia troppo tardi un’altra volta.